giovedì 10 gennaio 2013

D'accordo con Hemingway

Sono perfettamente consapevole che rimarrà solo un sogno l'idea di partire per vivere e lavorare a Parigi, o nella tranquilla Normandia o Bretagna; conosco quattro parole messe in croce di francese e anche volendomi applicare con tutta la buona volontà potrei arrivare a cinque.
Riesco a capire quasi tutto quando parlano, invece per rispondere avrei bisogno di qualche minuto per ricordarmi le parole e riuscire a metterle insieme per formulare una frase di senso compiuto.
Di certo i francesi non aiutano in tutto questo, non perdonano mai al turista di parlare male la loro lingua e dimenticare un'accento e senza avere la minima esitazione fanno finta di non capire cosa gli viene chiesto facendo cadere il povero straniero in un imbarazzo profondo per poi  indurlo a farsi capire a gesti, unica lingua universale.

La mente spesso mi riporta a Parigi, mi viene in mente così mentre sto facendo altre cose e mi prende la voglia di andare...mi rendo conto di avere una passione quasi esagerata per questa città, con gli occhi della turista ho fatto finta di non vedere gli angoli sporchi e maleodoranti, i quartieri degradati, i tanti clochard per le strade; invece ho visto solo angoli tranquilli arredati elegantemente con i tavolini dei Cafè caratteristici dove viene voglia di entrare per fare parte degli habituè che con estrema calma consumano i loro  burrosi croissant accompagnati da una bevanda annacquata che continuano a chiamare caffè,  ed è sorprendente come dopo qualche giorno risulti anche piacevole.
E camminare per le vie raffinate ed eleganti guardando le boutique con i nomi altisonanti lontani anni luce dal nostro modo di vestire e ammirare lungo le strade alberate ai lati del fiume le facciate dei palazzi monumentali con decorazioni lussuose, e la voglia di vedere tutto dai musei agli spettacoli dell'Opera, attraversando tra cavalletti e colori  il quartiere degli artisti e scoprirsi ammiratori e critici della pittura solo per avere visto riproduzioni eccellenti dei quadri di Monet o Cezanne o Renoir, e dai balletti alle mostre e osservare di notte  dalla finestra della camera d'albergo la città illuminata, con la torre che svetta maestosa come un faro e pensare che dormire è uno spreco di tempo con tutto quello che c'è da vedere, perchè Parigi è incantevole anche di notte, frenetica, giovane.
Ho letto da qualche parte che anche Hemingway era esageratamente appassionato di Parigi e più o meno disse che chiunque fosse stato così fortunato da aver vissuto o visitato la città, l'avrebbe sempre portata con sè, impossibile da dimenticare.

www.earthcam.com/france/paris/

2 commenti:

Unknown ha detto...

complementi, la mia blogger preferita non sbaglia un colpo, ho voglia di partire.

Silvia Erre ha detto...

Partiamo quando vuoi, 9 ore per arrivare a Parigi colazione con croissant o pain au chocolat e cafè au lait nel bar di fronte al Centre Pompidou, compriamo repubblica nell'edicola della piazza, visita al Marais e al Trocadero e al Sacro Cuore e torniamo!