10 anni sono molti ma le tre giornate del G8 le ricordo bene, la città venne letteralmente blindata, sigillarono tutti i tombini e recintarono una parte della città con i container in modo da formare un lunghissimo muro invalicabile.
Io rimasi a casa dal lavoro poichè ci dissero che sarebbe stato molto meglio chiudere i negozi, in quel periodo avevo un'attività, pur essendo lontana dalla zona degli scontri preferì ascoltare il consiglio per non rischiare nulla.
Ero a casa al sicuro, ma non ero affatto tranquilla, ero in fibrillazione per Daniele che venne scelto a rappresentare la sua Azienda come coordinatore dei lavori in caso di necessità.
Non potendo svolgere il normale lavoro dal suo ufficio, che si trova in tutt'altro quartiere, gli diedero un ufficio all'ultimo piano della Questura proprio nella zona degli scontri.
Avevo la televisione fissa su una rete locale che trasmetteva in diretta tutto ciò che stava succedendo, le immagini erano irreali, Genova era sottosopra, e pur guardando le scene dalla televisione avevo i brividi e provavo una gran pena per quei ragazzi presi a calci e a manganellate.
La città non ha dimenticato tutte quelle violenze e un pò tutta Genova ancora aspetta qualche assunzione di responsabilità e scuse che non arriveranno mai.
In 10 anni non è cambiato nulla c'era come adesso un gran fermento per i discorsi di pace e per l'economia del mondo e per tutta risposta arrivarono le violenze.
A fronte di chi ha preso botte e manganellate il mio ricordo è irrilevante e insignificante, lo sò bene, ma l'ho voluto raccontare lo stesso.